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venerdì 13 luglio 2012

Parigi RINUNCIA : NO ALLA TAV


Tav sì o Tav no? Parigi potrebbe presto ripensarci.
Secondo quanto riportato giovedì 12 luglio da Le Figaro, «la Francia intende riesaminare ed eventualmente rinunciare a 10 progetti di linee ferroviarie ad alta velocità, tra cui la Torino-Lione».
Solo qualche giorno fa (era il 22 giugno), François Hollande aveva fugato tutti i dubbi: «La Torino-Lione si dovrà fare», ma adesso, secondo quanto si legge sul quotidiano, lo Stato «ha previsto una serie di progetti senza averne fissato i finanziamenti».
Per questo il governo, come ha spiegato il ministro del Bilancio Jerome Cahuzac, «non avrà altra scelta che rinunciare ad alcune opzioni».
VALUTAZIONE DEGLI INVESTIMENTI. Ecco allora che la Torino-Lione è finita sotto esame. I motivi? Il costo elevato (12 miliardi) e il calo del traffico merci.
Il ministero, in un secondo tempo, ha in parte ritrattato invitando alla calma («Non bisogna trarre conclusioni affrettate»), ma senza smentire la notizia più importante: «Una missione sta valutando la correttezza degli investimenti pubblici».
«TORINO-LIONE PIÙ IMPORTANTE». Nella hit parade delle linee ad alta velocità minacciate dai tagli della crisi, ci sono anche la Nizza-Marsiglia e la Rennes-Brest.
Ma la Torino-Lione ha «un'importanza maggiore, diversa dagli altri», ma per poter passare alla sua concreta realizzazione servono «nuovi finanziamenti» da parte della Ue, ha detto una fonte del governo francese.
Serve quindi un «nuovo accordo» con l'Italia e con Bruxelles su questa vicenda.
SERVONO ALTRI SOLDI EUROPEI. «Il lancio dei lavori definitivi necessita di un forte impegno finanziario da parte dell'Unione europea», ha detto ancora la fonte, senza tuttavia quantificare la somma di questo contributo.
La Torino-Lione «è un progetto maggiore, diverso dagli altri, che ha dimensioni europee e un importante interesse ambientale», hanno sottolineato ancora a Parigi, spiegando che proprio per questo serve «un altro accordo» tra le parti «che comprenda nuovi contributi» da parte di Bruxelles, visto che è la stessa Unione europea a chiedere agli Stati membri un maggiore rigore finanziario.
«Il progetto è a un tale stadio di avanzamento in cui bisogna prendere una decisione definitiva», hanno rimarcato a Parigi.

Ma i costi della realizzazione possono essere divisi. Come in Italia

Dichiarazioni di facciata?
Non secondo l'Osservatorio tecnico guidato da Mario Virano. Secondo l'architetto, Parigi - come Roma - potrebbe applicare il 'fasaggio', dividendo la realizzazione dell'opera in più scaglioni per diluirne i costi.
In una prima fase verrebbero realizzati il tunnel di base e una galleria sul versante francese di circa 15 chilometri. Due opere indispensabili per abbassare l'altitudine della linea storica ferroviaria (il dislivello si ridurrebbe di 700 metri).
Per il resto sarebbe utilizzato l'attuale tracciato. Rinunciare alla Tav, secondo l'Osservatorio, «vorrebbe dire buttare a mare milioni di investimento».
«TEMPESTA IN UN BICCHIER D'ACQUA». Virano ha smorzato gli entusiasmi dei No Tav: «Una tempesta in un bicchier d'acqua», è stato il suo commento.
«L'ambasciatore francese a Roma Alain Le Roy mi ha detto che gli impegni presi sono fuori discussione».
Fine dei sogni? «Parigi al momento sta facendo solo una normale ricognizione dei capitoli di spesa», è stata la spiegazione.
Gli impegni presi, ha confermato Le Roy, «sono tutti confermati con le comunità locali, e soprattutto con la Comunità europea».
14 LINEE ENTRO IL 2020. Eppure dalle colonne di Le Figaro è emerso che nel 2007 il governo francese aveva proposto la costruzione entro il 2020 di 14 linee ad alta velocità.
Investimenti per 260 miliardi di euro. Eccessivi per le casse di Parigi.
Così il governo, adesso, è chiamato a scegliere quali tratte tenere e quali abbandonare. E per decretare quali siano i progetti prioritari, è pronto a costituire una commissione ad hoc fatta di parlamentari ed esperti del settore.
ADDIO ALLA NIZZA-MARSIGLIA. Le uniche certezze, ha fatto sapere il dipartimento dei Trasporti, sono le due linee attualmente in costruzione: Tours-Bordeaux e Metz-Nancy.
Rischia grosso, invece, la Nizza-Marsiglia: 15 miliardi di euro sono molti, troppi.
Senza considerare che «non vi è consenso sul percorso». Inoltre è probabile che il ramo Est del Tgv Reno-Rodano non sia finito, perché i 50 chilometri che restano tra Digione e Mulhouse costano circa 1 miliardo di euro.



GLI STATI UNITI RINUNCIANO ALLA TAV
Il progetto di un treno ad alta velocità attraverso gli Stati Uniti sembra archiviato per sempre. Sponsorizzata da Obama nel pacchetto di stimolo all'economia del 2008, la Tav made in Usa è stata fermata dal problema costi e dall'opposizione dei repubblicani (destra) contrari a spendere soldi pubblici per il trasporto (negli Usa è quasi completamente privato). Ora anche la California, lo stato più ricco, dove Obama aveva convogliato i fondi federali per la Tav (da Los Angeles a San Francisco in 3 ore a 350 kmh), deve rinunciare al progetto per l'opposizione dei cittadini (contrari il 76% dei repubblicani e il 47% dei democratici) e per costi (lievitati da 33 a 90 miliardi di dollari) e tempi dei lavori (raddoppiati da 12 a 25 anni). Fonte: The Economist


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