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giovedì 14 dicembre 2017

2018 : Soldati Italiani in Niger


Il forte Madama, al confine con la Libia, 
dove sarà inviata parte del contingente italiano in Niger 


Saranno inviati 470 uomini e 150 veicoli per addestrare le truppe nigerine
 e per combattere il traffico di migranti.

Nelle prossime settimane una missione militare italiana sarà inviata in Niger con lo scopo di combattere il traffico di migranti diretto in Libia e di addestrare l’esercito nigerino. La missione, di cui si parla da mesi, è stata annunciata ufficialmente ieri dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni al termine del G5 Sahel, un incontro che si è tenuto a Parigi tra i capi di stato e di governo di Francia, Germania e Italia e quelli dei cinque paesi del Sahel: Burkina Faso, Chad, Mali, Mauritania e Niger. «Ci impegneremo per l’addestramento di forze che possano contribuire alla stabilità e alla lotta contro il terrorismo in Sahel. Partiremo con un’operazione bilaterale con il Niger che ha un interesse specifico pure per quello che riguarda i flussi migratori verso la Libia e verso il Mediterraneo. Dietro questo impegno c’è anche quello al contrasto del traffico di esseri umani», ha detto Gentiloni, aggiungendo che saranno inviati 470 militari e 150 veicoli.

La missione sarà autorizzata da un decreto legge che è già stato inviato al presidente della Repubblica e che dovrebbe essere convertito in legge dal Parlamento nei prossimi giorni. Secondo Repubblica i primi 150 soldati potrebbero partire entro la fine dell’anno o nei primi giorni di gennaio. Il contingente italiano dovrebbe sostituire la guarnigione francese che presidia l’avamposto Madama, un vecchio fortino della Legione Straniera a poca distanza dalla frontiera libica. Il confine tra Niger e Libia passa in mezzo al deserto ed è attraversato da numerose piste utilizzate dai trafficanti di migranti. Secondo l’UNHCR, nel 2016 le vie carovaniere tra Niger e Libia sono state attraversate da 330 mila migranti che hanno pagato fino a quattromila euro per essere trasportati lungo la rotta.



Un’altra parte della spedizione italiana avrà invece la sua base nella capitale del paese, Niamey, dove si occuperà di addestrare il personale della piccola aviazione nigerina. Repubblica scrive che la missione sarà probabilmente «la più difficile degli ultimi anni. Anzitutto perché bisogna superare difficoltà logistiche enormi. Gran parte dei mezzi sbarcherà sulla costa del Benin e raggiungerà il Niger attraverso la Nigeria: un viaggio di quasi 2.400 chilometri. Inoltre l’avamposto di Madama verrà rifornito quasi esclusivamente dal cielo, sfruttando la pista in terra battuta allestita dai francesi. Le condizioni climatiche di quel deserto sono estreme, con temperature che toccano i 50 gradi, e la sabbia logora velocemente i motori di aerei ed elicotteri».

Un altro pericolo sono i miliziani jihadisti, alcuni vicini ad al Qaeda e altri affiliati allo Stato Islamico (o ISIS), che sono molto attivi in varie aree del Sahel. Gruppi jihadisti, per esempio, sono ancora attivi in Mali, a poca distanza dal Niger, dove nel 2013 arrivarono a minacciare la capitale Bamako prima di essere respinti da un intervento militare francese. In Niger sono attualmente presenti gruppi di forze speciali e droni dell’esercito statunitense (la loro presenza è stata rivelata lo scorso ottobre, dopo che quattro di loro sono stati uccisi in un agguato). Non si conosce esattamente il numero di militari americani dispiegati nel paese, ma si sa che in tutto il Sahel la Francia ha schierato 3.500 uomini e che, dopo l’incontro di mercoledì, grazie all’aiuto italiano e tedesco, spera di portare questa cifra a 5 mila militari.

La pressione diplomatica dell’Europa nei confronti dei paesi del Sahel per spingerli a contrastare con più efficienza il traffico di migranti è in corso oramai da mesi, se non anni. Le prime indiscrezioni sulla possibilità di un invio di una missione militare italiana in Niger, per esempio, risalgono allo scorso giugno. Nel frattempo sono stati sottoscritti diversi nuovi accordi. Nel dicembre 2016 il governo italiano ha ufficialmente aperto la prima ambasciata in Niger. Nell’agosto è stato firmato un accordo tra Italia, Germania, Francia, Spagna, Niger, Chad e Libia in cui aiuti economici sono stati offerti in cambio di un maggior impegno nella lotta al traffico di migranti. Infine, a settembre, il ministero della Difesa ha sottoscritto un accordo di collaborazione militare con il Niger.

L’operazione ha ricevuto anche alcune critiche. Il governo del Niger è considerato particolarmente corrotto e inefficiente e le sue forze militari sono state spesso accusate di chiudere un occhio sul traffico di migranti, se non addirittura di collaborare attivamente per aiutare i trafficanti a passare il confine. Attualmente in Niger è in corso un grave scandalo che coinvolge la società francese Areva, che nel paese possiede numerose miniere di uranio, e alcuni politici locali, accusati di corruzione e di aver sottratto fondi pubblici. Diversi giornalisti, attivisti e politici dell’opposizione nigerina sono stati arrestati o minacciati in passato. Secondo chi critica la missione, come il missionario cattolico Mauro Armanino, che da anni vive nella capitale Niamey, i paesi europei sono disposti a trascurare i crimini e le violazioni dei diritti umani compiute dal governo nigerino in cambio di un aiuto ad arrestare il flusso dei migranti.


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lunedì 4 dicembre 2017

Il Capitalismo Porterà alla Scomparsa della Vita sul Pianeta Terra



Evo Morales alla Cop21: «Il capitalismo provocherà la scomparsa della vita sul pianeta»

Rafael Correa: «La crescita economica illimitata è indesiderabile e impossibile»

Il presidente della Bolivia, Evo Morales, è intervenuto alla seduta inaugurale della Conferenza delle parti Unfccc di Parigi con una forte denuncia dei fallimenti dei colloqui sul clima degli ultimi anni e mettendo nuovamente in guardia sul pericolo per il pianeta rappresentato dall’attuale modello di sviluppo e consumo. 
«Se continuiamo nel cammino tracciato dal capitalismo, siamo condannati a sparire».

Il presidente socialista della Bolivia ha definito la Conferenza di Parigi «storica e unica», ma ha avvertuito che questo «Implica responsabilità verso la vitae la Madre Tierra, la quale si avvicina pericolosamente al crepuscolo del suo ciclo vitale».

Secondo  Morales, «Il sistema capitalista ha scatenato una forza sviluppista e distruttrice in nome della libertà di mercato cado, che ha avuto significative conseguenze sul pianeta. Il capitalismo ha convertito tutto in merce a beneficio di pochi. Non avvertire con chiarezza le cause dell’origine del cambiamento climatico, sarebbe un atto di tradimento della vita e della Madre Tierra. Siamo presenti qui per esprimere le cause del riscaldamento globale a nome dei movimenti sociali del mondo,  per consegnare le conclusioni della conferencia mundial sobre el cambio climático celebrata a Cochabamba, con delegati dei cinque continenti»

Morales ha detto ai delegati della COP21: «Dobbiamo ascoltare i popoli, gli scienziati per salvare la vita. Partecipiamo a questo vertice per esprimere la nostra profonda preoccupazione per i drammatici effetti del cambiamento climatico e consegnare il manifesto che abbiamo chiamato  “Salvar la Madre Tierra para salvar la vida”. Chiediamo la cessazione dell’irreversibile distruzione del pianeta e ricordiamo che il capitalismo ha sviluppato una forza travolgente e distruttiva della vita, ispirato dalla produzione di beni di consumo che distruggono la natura, con guerre e conquiste. Non possiamo mantenere il silenzio complice, né parlare di prudenza quando siamo alla soglia della distruzione della vita. Negli ultimi due secoli il capitalismo ha convertito tutto in merce. Oggi osserviamo con angustia che centinaia di popoli e culture sono scomparsi e altri stanno scomparendo e che milioni di persone muoiono come conseguenza della fame e delle malattie e che la storia del mondo è piena di massacri, sangue, orrore e ingiustizie».

Morales ha concluso: «L’individualismo, il consumismo sono una piaga 
che condanna l’umanità a sparire».

In una conferenza stampa a margine della COP21 Morales ha detto: «Possiamo parlare di un grado, due o meno di un grado e della responsabilità condivisa,  di finanziamenti, di trasferimenti condivisi, però se non aggrediamo le cause del riscaldamento globale nessuno risolverà il problema del cambiamento climatico, nessuno avrà risolto il problema».

Il presidente boliviano ha ricordato che «Con meno di un grado muoiono migliaia di persone nel mondo e non si trova acqua nei pozzi», per questo «Bisogna attaccare alla radice il problema, che riguarda il sistema capitalista dei Paesi esageratamente industrializzati. La causa del riscaldamento globale è il sistema capitalista. Un sistema che ha distrutto un modello economico e che non ha risolto nessun problema».

Alla COP21 è intervenuto, anche come presidente de la Comunidad de Estados Latinoamericanos y del Caribe,  un altro esponente della sinistra sudamericana, il presidente dell’Ecuador Rafael Correa, che ha ricordato che «La crescita economica illimitata è indesiderabile e impossibile. E’ indesiderabile perché gli aumenti del PIL  per abitante, a partire da un certo limite, non ha relazione con il sentimento di felicità di un popolo, il che è conosciuto come “paradosso di Easterlin”, definito oltre 30 anni fa. Però, soprattutto, la crescita economica illimitata è impossibile. La tecnologia e l’efficienza ampliano i limiti, però on li eliminano. L’effetto consumo domina l’effetto efficienza.  Il consumo de energia è amentato a un tasso medio annuo del 2.5% tra gli anni 1971 e 2012. La domanda non è s possiamo continuare a crescere, ma quando si fermerà la crescitra economica nel mondo: una decisione concertata tra gli abitanti della Terra o la reazione del pianeta che convertirà questo sogno di avidità nel peggiore degli incubi».

Correa ha ripreso il tema delle responsabilità comuni ma differenziate tanto caro al G77 + Cina e ha ricordato che «Un abitante dei paesi ricchi emette 38 volte più CO2 di un abitante dei Paesi poveri. Questo non vuol dire che non ci sono effetti ambientali legati alla povertà come l’erosione dei suoli o la mancanza di trattamento dei rifiuti solidi. Inoltre, la differenza dell’efficienza energetica tra i Paesi ricchi e poveri è abissale e si è incrementata da 4,.2 a 5,1 volte tra il 1971 e il 2011. La scienza e la tecnologia sono  rivali del consumo, di conseguenza, più persone le utilizzino meglio è. Questa è l’idea centrale di quella che in Ecuador abbiamo chiamato l’ecnomia sociale della conoscenza. Al contrario, quando un bene diventa scarso o si distrugge mentre viene consumato, come la natura, è allora che bisogna limitare il suo consumo, per evitare quello che Garret Hardin nel suo celebre articolo del 1968 chiamò “la tragedia dei beni comuni”».

Correa chiede quindi un accordo mondiale che dichiari le tecnologie per la mitigazione del cambiamento climatico “beni pubblici” e che ne garantisca il libero accesso. Chiede invece un accordo vincolante per «evitare il consumo gratuito di beni ambientali. Una risposta è rendere vincolante il  Protocollo di Kioto ed ampliaro per compewnsare le Emissioni nette evitare. Le ENE sono le emissioni che potendo essere realizzate non sono emesse, o le emissioni che, esistendo nell’economia di ogni Paese, vengono ridotte. ENE è il concetto esaustivo richiesto per completare Kioto, perché implica compensazioni per le azioni e le astensioni e ingloba tutte le attività economiche che coinvolgono lo sfruttamento, l’uso e l’approvvigionamento di risorse rinnovabili e non rinnovabili. Questi sono incentivi per evitare flussi di emissioni. Però esiste anche un debito ecologiche deve essere pagato e che, soprattutto, non deve continuare ad aumentare».

il presidente dell’Ecuador ha poi sottolineato che «E’ qui che c’è un’indea fondamentale per qualsiasi dibattito slla sostenibilità e la conservazione nei Paesi poveri: non sarà possibile se non produrrà miglioramenti chiari e diretti nel livello di vita della loro popolazione. Papa Francesco, nella sua recente enciclica Laudato Si, ci ricorda che nei Paesi in via di sviluppo ci sono le più importanti riserve della biosfera  e che con quelle si continua ad alimentare lo sviluppo dei paesi più ricchi».

Per Correa è necessario realizzare la Declaración Universal de los Derechos de la Naturaleza, contenuti nella Costituzione dell’Ecuador e «Il principale diritto universale della natura dovrebbe essere quello che possa continuare a esistere, per essere fonte di vita, però anche perché possa offrire i mezzi necessari perché le nostre società possano raggiungere il buen vivir. Da qui un’altra idea per evitare certi fondamentalismi: l’essere umano non è l’unico importante in natura, però continua ad essere il più importante».

Correa ha concluso sottolineando che «La principale risposta per la lotta contro il cambiamento climatico è, quindi, creare la Corte Internazionale di Giustizia Ambientale, la quale dovrebbe sanzionare gli attentati contro i diritti della ntura e stabilire gli obblighi riguardo al debito ecologico e al consumo dei beni ambentali. Niente giustifica il fatto che abbiamo tribunali per proteggere gli investimenti, per obbligare a pagare debiti finanziari, però non per proteggere la natura e obbligare a pagare i debiti ambientali. Si tratta solo della perversa logica di “privatizzare i benefici e socializzare le perdite”, pero il pianeta non la regge più. Le nostre proposte si possono riassumere in una frease magica: Giustizia ambientale, però, come diceva Trasimaco più di duemila anni fa nel suo dialogo con Socrate, “la giustizia è solo la convenienza del più forte”».

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venerdì 13 ottobre 2017

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lunedì 7 agosto 2017

ONG : Jugend Rettet


Le elites ex-naziste tedesche dietro al finanziamento 
della ONG Jugend Rettet (non è uno scherzo)

Le notizie scottanti finalmente filtrano. La nave ONG Jugend Rettet, scoperta a trattare con gli scafisti grazie agli infiltrati dell’AISE sulla nave tedesca – grazie alla cooperazione italiana con potenze internazionali (…) – hanno dimostrato come ci sia un coordinamento nell’invasione italiana dei migranti [gli italiani quando decidono di far le cose per bene sono molto bravi, ndr].

 Meglio detta, esiste ed esisteva un vero e proprio piano per far arrivare sulle coste della Penisola più migranti possibili e le ONG straniere ne sono parte integrante. 
Ben inteso, spero che a tutti sia chiaro come dette ONG, 
soprattutto se attive in scenari di guerra, siano in realtà il paravento umanitario dietro a cui si celano le teste di ponte dei vari servizi segreti occidentali con il fine sia di carpire informazioni sul posto che di infiltrare propri uomini nelle fila nemiche, se non addirittura promuovere operazioni coi locali . Caso scuola è quello di Medicines Sans Frontieres (MSF), ONG francese attiva anch’essa nella tratta dei migranti verso l’Italia, il cui fondatore B. Kouchner è stato addirittura ministro degli Esteri dell’era Sarkozy e prima segretario di Stato nel governo Rocard del 1988 se ricordo bene. La tedesca Jugend Rettet svolge compiti simili: nata da poco per lo scopo di portare migranti dentro l’Italia, l’organizzazione scoperta con le mani della marmellata del piano di invasione dell’Italia evidentemente è coordinata da quel BND tedesco tanto bravo a rubare i dati fiscali dalla vicina Svizzera usati per ricattare i politici europei scomodi (vedasi il caso greco sotto molti versi ricopiato in Italia) quanto enormemente grossolano nel gestire operazioni che distino più di 500 km dai propri confini soprattutto se a sud/sud-est.

Quello che deve preoccupare è che tutte le ONG dei grandi paesi ex coloniali siano oggi attive non solo in Ucraina, Syria, Libya, Somalia, Iraq, Afghanistan ma anche in Italia!!

Ma la notizia interessante non è questa. Per il motivo spiegato sopra gli Stati ex coloniali non possono fondare loro stessi ONG altrimenti sarebbero semplicemente un’altra colonna delle loro stesse forze armate. Hanno infatti bisogno di sodali privati che facciano il lavoro sporco per conto dei governi. Nel caso di Jugend Rettet la “finanziatrice” è la bellezza teutonica Maria Furtwaengler (come indicato dalla FAZ nel 2016), nipote di Wilhelm Furtwaengler, il famoso direttore d’orchestra che dirigeva per Goebbels ed Hitler, il quale non solo fece parte del partito nazionalsocialista ma addirittura – secondo una sua biografia, di Eberhard Straub – trasse vantaggi personali dal nazismo, arricchendosi. Solo per cercare successivamente di nascondere il suo indicibile passato. 
(Pensate che il motto della Jugend Rettet è qualcosa di simile a “Fancul ... centro di coordinamento italiano per i migranti“, come riportato da agenzie di stampa oggi, …, ndr). 

Tale Maria, discendente di cotanta stirpe, sapete chi ha sposato? Hubert Burda, il magnate dell’impresa editoriale tra le più conosciute in Germania e molto vicino ad Angela Merkel, discendente diretto di quel Franz Burda che non solo fu nazista ma addirittura profondamente antisemita fino ad impossessarsi di beni durante l’arianizzazione degli ebrei. Ecco dunque i finanziatori di Jugend Rettet!
(Si noti che non è un caso che i nipoti dei nazisti si imparentino tra loro, visto che normalmente 
Norimberga processò solo la punta dell’iceberg dei sodali nazisti, lasciando quasi intonse le gerarchie imprenditoriali, ad es. i proprietari attuali di BMW, i Quandt, sono i nipoti di Goebbels; ma i casi si 
sprecano, andate a vedere Adidas, Thyssen, Krupp, le famiglie dietro al colosso Aldi, Voslkwagen, 
Porsche etc.). Non è un caso che dette elites esportatrici industriali tedesche siano tutte indistintamente interessate a mantenere l’euro a tutti i costi – possibilmente debole – e quindi ovviare ad ogni tentativo di uscita dalla moneta unica soprattutto dei paesi che contribuiscono all’indebolimento dell’euro.

Wedding of Dr. Josef Goebbels and Magda Goebbels, divorced Quandt, on an estate of her divorced 
husband. Adolf Hitler and Ritter von Epp served as witnesses, from left to right: Magda Goebbels, Dr. Joseph Goebbels, Adolf Hitler (behind) and Magda’s son Harald Quandt from her marriage to the big industrialist Guenther Quandt, who was divorced in 1929. Date: 1931
Ovvero, quanto sosteniamo su queste pagine da anni – che esiste un piano per i migranti fatti arrivare 
che in Italia e Grecia (la geopolitica tedesca aveva previsto fin dal 2012 l’invasione dei migranti: come abbiano potuto avere cotante capacità divinatorie è stato poi spiegato dagli eventi che si sono 
succeduti) – sta purtroppo dimostrandosi nella sua interezza. Ugualmente il piano economico nazista 
post invasione dell’Europa nazista (Piano Funk) sta oggi reincarnandosi nel progetto della moneta 
unica, da tenere in piedi a tutti i costi. Anche con metodi nazisti. Da qui il finanziamento di Jugend Rettet da parte di una delle elites tra le più ex naziste di Germania.

Vale la pena ricordare perché l’Italia sia vittima di tale indebita ingerenza: in un contesto di crisi globale di fatto irrisolta dal 2008 (siamo tornati globalmente a circa lo stesso livello di debito del 2008, quando si fermerà il QE ci sarà di nuovo l’implosione globale), l’Italia da una parte è una minaccia mortale per l’EU e dall’altra fa gola per i suoi assets. Minaccia perché è l’unico paese profondamente euroscettico in grado di deragliare il vero progetto dei globalisti, l’euro, oltre ad essere troppo storicamente vicina agli USA che oggi l’asse franco-tedesco vorrebbe sostituire al comando dell’EUropa. Dall’altra ha ancora tanti assets che fanno gola, dal residuo delle fu possenti aziende di stato, ai risparmi degli italiani, passando per primarie aziende private 
(Generali, le banche nazionali, aziende manifatturiere ecc.). 

Dunque va neutralizzata e per fare questo non si esita a farla invadere di migranti, per destabilizzare a fondo la struttura sociale del paese ossia per abbassare i salari degli italiani, inseminare violenza 
straniera, creare disagio ovvero dare la colpa del crollo della ricchezza italica non al vero responsabile (l’EU tedesca con l’euro) ma ai migranti. Sempre il solito trucco.
Caso mai Roma volesse azzardarsi ad uscire dall’euro, proprio ora che gli USA di Trump sono a favore della fine dell’euro…. 


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giovedì 13 luglio 2017

Il Super-Iceberg si è Staccato



L'iceberg misura 6 mila km quadrati (poco più della Liguria):
 c'è timore per le possibili conseguenze sulle 
condizioni climatiche e sull'ecosistema dell'Atlantico meridionale.

Secondo i dati recentemente forniti dai satelliti CryoSat e Sentinel-1 dell'ESA, quello che si è appena 

staccato è uno dei più grandi iceberg mai registrati fino a ora. La montagna di ghiaccio avrebbe 

un'area di circa 6.000 chilometri quadrati, 

pari a quella della Liguria: è il 9-12% dell'intera superficie della 

piattaforma Larsen C.

MISURARE DAL CIELO. 

I ricercatori hanno fatto le misurazioni utilizzando un altimetro radar del satellite 

Cryosat: hanno misurato la superficie, e poi calcolato lo spessore e il volume. Noel Gourmelen, 

dell'Università di Edimburgo, ha dichiarato che l'iceberg potrebbe avere uno spessore di 190 metri 

sopra il livello dell'Oceano, con circa 1.155 chilometri cubi di ghiaccio - che equivale a una quantità 

d'acqua sufficiente a riempire 462 milioni di piscine olimpiche.

«Abbiamo anche stimato che la profondità sotto il livello del mare potrebbe essere di 210 metri», ha 

aggiunto Gourmelen. L'enorme iceberg avrà probabilmente ripercussioni mondiali.

PREVISIONI E CONSEGUENZE. A preoccupare i ricercatori sono le sue dimensioni "bibliche".  

Si tratta di uno dei più grandi iceberg tabellari 

(o tabulari, cioè ampi e piatti) mai registrati finora. 

L'incertezza principale riguarda il percorso che intraprenderà: uno studio storico suggerisce che 

l'enorme blocco di ghiaccio si dirigerà, con molta probabilità, verso nord-est, spinto dalla corrente 

circumpolare che lo trascinerà fino all'Oceano Atlantico. 

Sembra invece certo che la massa di ghiaccio 

non si romperà in tanti piccoli iceberg, come avvenuto in passato.

Comunque sia, «intero o a pezzi, le correnti oceaniche potrebbero condurlo verso nord, spingendolo 

verso le isole Falkland. 

Se così fosse, potrebbe costituire un pericolo per le navi di passaggio in quella 

zona», ha dichiarato Anna Hogg, dell'Università di Leeds.

C'è anche un altro rischio: navigando nelle acque oceaniche l'iceberg, 

sciogliendosi, rilascerà una tale 

quantità di acqua fredda da poter alterare le condizioni climatiche di quella regione. 

Ciò che accade, avvisano gli scienziati, 

è dovuto al cambiamento climatico, le cui conseguenze saranno anche una più 

rapida fusione dei ghiacciai e un innalzamento del livello del mare.

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martedì 6 giugno 2017

Salviamo gli Oceani dalla Plastica


Salviamo gli Oceani - Basta plastica !

Entro il 2050, negli oceani ci sarà più plastica che pesci. 

È una vergogna. Metà della plastica la usiamo una volta sola e poi la buttiamo, 
soffocando i mari e tutti gli animali che ci vivono. 

Ma i governi di tutto il mondo stanno per incontrarsi e potrebbero fermare la marea di plastica, 
prendendosi l’impegno epocale di ripulire gli oceani. 
La pressione pubblica ha già obbligato l’Indonesia, 

secondo più grande produttore di rifiuti plastici, a impegnarsi a ridurli del 70%! 
Ora dobbiamo fermare anche gli altri. 

Se arriveremo a un milione di firme per questo appello globale, il direttore del programma ONU per 
l’ambiente annuncerà la nostra campagna davanti a tutti i governi mondiali e lavorerà con noi per 
arrivare al divieto della plastica usa-e-getta e a far respirare di nuovo il mare. 

Ai leader mondiali:
L’inquinamento dei rifiuti plastici sta uccidendo gli oceani -- entro il 2050 conterranno più plastica che pesci. Vi chiediamo di avviare la transizione verso l’eliminazione totale della plastica usa-e-getta entro i prossimi 5 anni e di mettere in campo le politiche 
di cui gli oceani hanno bisogno per rigenerarsi.

FIRMA LA PETIZIONE QUI


LEGGI TUTTO SULL' ISOLA DI PLASTICA

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venerdì 2 giugno 2017

Trump Cestina l’Accordo di Parigi sul Clima


Carbon fossile
Ora è ufficiale: Trump cestina l’accordo di Parigi sul clima e riporta gli Stati uniti all’era dell’energia fossile: «Cop21 è una catastrofe per la nostra economia». La lobby del carbone ringrazia. Obama: «Così rifiuta il futuro». Anche Putin si defila: «Senza Usa, intesa inutile». Ma Cina e Ue tirano dritti.

Non Capisce che Costa di Più
il Carbone che un Pannello Solare.


LEGGI ANCHE

IL CAPITALISMO PROVOCHERA' LA MORTE DEL NOSTRO PIANETA


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martedì 2 maggio 2017

Il Tuo Sito è il Biglietto da Visita della Tua Impresa




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mercoledì 22 febbraio 2017

M'illumino di meno 2017


Il 24 febbraio 2017 torna M’illumino di Meno, tredicesima edizione.
Caterpillar è in diretta dalle 18.00 alle 20.00 - RADIO RAI2
per seguire gli spegnimenti in giro per l’Italia.

Insieme a voi in questi anni abbiamo spento i principali monumenti italiani ed europei come gesto simbolico di risparmio energetico. Abbiamo cominciato quando ancora la sensibilità verso i temi ambientali era poco diffusa e dopo 13 anni di campagna la cura del pianeta è diventata sempre più impellente. Le sfide energetiche si rinnovano, così M’illumino di Meno si rinnova grazie alla partecipazione di centinaia di migliaia di sostenitori che si mettono in gioco
 in prima persona con azioni concrete.

Rinnoviamo l’invito a spegnere le piazze, le illuminazioni private e pubbliche il 24 febbraio 2017.

Oltre agli spegnimenti quest’anno invitiamo tutti coloro che aderiscono a compiere un gesto di condivisione contro lo spreco di risorse. E’ dimostrato come la più grande dispersione energetica sia causata dallo spreco in tutti ambiti dei nostri consumi: alimentari, trasporti, comunicazione. Per questo Caterpillar invita tutti gli ascoltatori il 24 febbraio a condividere: dando un passaggio in auto ai colleghi, organizzando una cena collettiva nel proprio condominio, aprendo la propria rete wireless ai vicini e in generale condividendo la proprie risorse come gesto concreto
anti spreco e motore di socialità.

Ci rivolgiamo come ogni anno alle istituzioni di tutti i livelli, alle associazioni culturali e a quelle sportive, alle scuole di ogni ordine e grado e soprattutto ai singoli cittadini perché M’illumino di Meno è soprattutto una giornata di festa energetica aperta a tutte le forme di creatività.

Quest’anno al mondo della scuola e dell’infanzia proponiamo di giocare a immaginare un supereroe del risparmio energetico e al mondo dello sport di mobilitarsi per il giorno di M’Illumino di Meno organizzando attività sportive di sensibilizzazione perché l’energia più pulita è quella che produciamo noi muovendoci senza inquinare.

Negli anni la partecipazione a M’Illumino di Meno è cresciuta in modo straordinario ed è giunto il momento di far diventare questa festa diffusa un appuntamento fisso e riconosciuto: stiamo portando avanti la proposta dell’istituzione della Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili.

Non ci resta che augurarvi Buon M’illumino di Meno!

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 OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO 
IL TUO FUTURO E' ADESSO 
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MUNDIMAGO


venerdì 17 febbraio 2017

Oroville: la Diga Scoppia e la Popolazione Scappa


Oroville: perchè le dighe divengono pericolose

In questi giorni si sta sviluppando una catastrofe di immane proporzione. A Nord Est della città di San Francisco la diga in terra e rocce di riempimento granulare di Oroville, la più alta degli Stati Uniti con i suoi 234.7 m con un invaso di 4.4 km3 sta rischiando il collasso.

Questo fatto è dovuto al cedimento della parete dello scarico di emergenza in quanto le copiosissime piogge e le abbondanti nevicate hanno rialzato il livello dell'invaso
 portandolo al limite della capienza.

E fin qui potrebbe essere una conseguenza naturale delle cose se non ci fosse una concausa di una gravità inaudita. La diga è per una buona parte riempita dei sedimenti fluviali del lago di Oroville che ha ridotto in maniera significativa la capienza dell'invaso e che con le precipitazioni copiose (piogge e neve) di quest'ultimo periodo hanno costretto la società che gestisce la struttura, e che è fornitrice della rete idrica più grande della California oltre che produttrice di energia elettrica, ad aprire il canale dello  scarico di emergenza. 

Il canale, sollecitato oltremodo ha fatto collassare la parete rischiando di provocare danni irreparabili al corpo principale della diga in terra. 
Le autorità così hanno costretto i 200.000 abitanti delle zone sottostanti la diga ad un esodo biblico.
Come è chiaro la problematica dello sfangamento delle dighe, effetto naturale dovuto dall'erosione e relativo accumulo dei sedimenti dell'immissario del lago artificiale, effetto non arginabile provoca una diminuzione significativa della volumetria utile dei laghi. 

E cosa fanno i gestori ? Chiedono di rialzare le dighe (quando possono e anche quando la prudenza chiederebbe di non farlo) facendo come si dice in gergo "poggio e buca fa pari" e cioè quello che sarebbe stato necessario con un notevole dispendio di risorse economiche si sarebbe ripreso con il rialzo della diga recuperando la volumetria persa con l'intasamento. Questa è una clamorosa idiozia perché il rialzo della quota di invaso provoca irrimediabilmente l'occupazione di territorio circostante le rive del lago che in fase progettuale non era stato previsto. I problemi diventano molteplici fermo restando il dubbio della resistenza alle aumentate pressioni idrostatiche della diga stessa.


 Portiamo un esempio tangibile e fra i più eclatanti: le dighe di Levane e La Penna sul bacino dell'Arno che hanno purtroppo oltre 10 milioni di metri cubi di sedimenti da sfangare negli invasi e che il gestore ha preferito presentare un progetto di rialzo delle dighe piuttosto che recuperare, sempre con la tecnologia Limpidh2o, milioni di m3 di sedimenti preziosi 
e riutilizzabili come materia prima seconda.
È chiaro che la cattiva abitudine di non sfangare gli invasi fino ad oggi non ha prodotto una situazione pari a quella che si sta presentando negli Stati Uniti e che ha costretto una evacuazione della popolazione di proporzioni bibliche, ma può in futuro essere purtroppo la regola.

Quindi ribadiamo con forza che la tecnologia esiste, è provata è matura è testata, e non è più procrastinabile l'utilizzo se non si vuole essere tacciati di malafede, 
di pressappochismo e di furbizia aziendale.


La diga è alta circa 234 metri ed è stata costruita tra il 1962 e il 1968: a causa delle forti piogge e delle nevicate delle ultime settimane, dopo circa quattro anni di grave siccità, i tecnici si erano accorti di una crepa nel canale di scarico principale e avevano attivato il canale ausiliario, parallelo a quello principale, che non veniva utilizzato da cinquant’anni. Dopo che le autorità avevano organizzato l’abbassamento del livello del lago attraverso un importante scarico d’acqua, domenica 12 febbraio il flusso al canale di scarico ausiliario danneggiato si era fermato. Nel frattempo, però, il carico d’acqua aveva creato profonde crepe nel terreno, rendendo insicura la struttura secondaria.

Nel frattempo camion e elicotteri hanno scaricato tonnellate di materiale nella voragine del canale principale per rinforzare la struttura, evitare di ricorrere ancora al canale ausiliario e abbassare il più possibile il livello del bacino. I tecnici hanno fatto sapere che il nuovo scarico d’acqua non ha causato gravi danni al canale di scarico principale. Inoltre, poiché sono previste nuove piogge, si sta intervenendo anche per rafforzare il fianco della collina erosa lavorando giorno e notte per fortificare il terreno con del materiale prelevato da una cava vicina e rendere possibile il ricorso al canale ausiliario se si presentasse di nuovo la necessità.
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venerdì 10 febbraio 2017

Imago e Psichedelia


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Psichedelia è la capacità di espandere la coscienza



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