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lunedì 25 giugno 2018

Casa di vetro con Albero all'interno

casa di vetro con albero all'interno

La casa di vetro con albero all'interno. Progetto futuristico nel rispetto della natura

Ecosostenibile e super luminosa. La casa di vetro immaginata dall'architetto kazako, Aibek Almassov, risponde all'idea di un alloggio che possa vivere in totale armonia con la natura. Già ribattezzata Tree in the house, (l'albero nella casa) perché, stando al concept dell'architetto, consente di costruire una casa circolare con le pareti in vetro, intorno ad un albero. Perché abbatterlo, quando l'abitazione può svilupparsi attorno al tronco? Una scommessa provocatoria, ma neanche troppo, visto l'interesse mostrato da alcuni investitori, che potrebbero trasformare il progetto da carta a realtà.


casa di vetro con albero all'interno

casa di vetro con albero all'interno


casa di vetro con albero all'interno

casa di vetro con albero all'interno



La struttura, completamente di vetro trasparente, consente di godere un panorama a 360° sulla natura circostante; i quattro piani a forma di anello, sono collegati l'uno all'altro da una scala a spirale che sembra avvolgersi al tronco dell'albero per tutta la sua altezza, 12 metri. Ognuno di essi assolve ad una specifica funzione abitativa. Al piano terra i servizi e la cucina. Al secondo anello la zona living, con poltrone e studio, mentre salendo al terzo anello si può dormire nella camera da letto. All'ultimo piano è riservata la zona belvedere per allungare la vista sugli altri alberi del bosco. Almassov ha risolto l'ingombro dei rami, usandoli come forme di arredo, quasi dei mobili, che occupano parte dello spazio sul pavimento, lasciando libere porzioni sufficienti per muoversi e camminare. L'altra particolarità di Tree in the house, riguardo il totale rispetto dell'albero, che grazie alle trasparenze, potrà continuare a crescere, nutrendosi dell'indispensabile luce solare.


NON MI SEMBRA MOLTO ECOLOGICO
INSERIRE UN ALBERO IN UNA STRUTTURA DI VETRO
 CHE GLI IMPEDISCE DI ELEVARSI IN ALTEZZA 
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giovedì 21 giugno 2018

Vietata la vendita di Cannabis light


Cannabis light

Stop alla vendita dei prodotti a base di cannabis light, cioe' con il principio attivo Thc inferiore ai limiti di legge, con i negozi green proliferati negli ultimi mesi in tutta Italia. E' quanto contenuto in un parere formulato dal Consiglio Superiore di Sanità su richiesta del ministero della Salute lo scorso febbraio. "Non può essere esclusa la pericolosità dei prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa", avverte il Css, che "raccomanda che siano attivate nell'interesse della salute individuale e pubblica misure atte a non consentire la libera vendita".

Cannabis light store

Cannabis light store

Il limite. Questo perché il limite di Thc previsto dalla legge (0,2-0,6%) "non è trascurabile", e gli effetti psicotropi possono comunque prodursi, magari aumentando le dosi. Peraltro con un consumo "al di fuori di ogni possibilità di monitoraggio e controllo della quantità effettivamente assunta e quindi degli effetti psicotropi che possa produrre". Secondo il Css peraltro non è stato valutato "il rischio connesso al consumo di tali prodotti in relazione a specifiche condizioni (età, presenza di patologie concomitanti, stato di gravidanza/allattamento, interazioni con farmaci, effetti sullo stato di attenzione, etc..) così da evitare che l'assunzione inconsapevolmente percepita come sicura e priva di effetti collaterali si traduca in un danno per se stessi o per altri (feto, guida in stato di alterazione)".




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sabato 16 giugno 2018

Le 17 accise che fanno volare il prezzo della benzina

Le 17 accise che fanno volare il prezzo della benzina

Dal finanziamento per la guerra d’Etiopia
 passando per il finanziamento della crisi di Suez

Continua la tendenza all’aumento per i prezzi dei carburanti in Italia nell’ultimo mese. Nel programma del futuro Governo Lega-5 Stelle ci sarebbe anche la proposta di togliere alcune delle accise che gravano sul prezzo finale della benzina.
Vedremo come e se riusciranno a fare quello che dicono.

QUALI SONO LE ACCISE DELLE BENZINA
È bene sapere però che per ogni litro di carburante che si acquista, si paga solo una minima parte collegata al costo industriale, il resto del costo al litro 
è legato alle varie tasse che gravano sui combustibili.

Il prezzo attuale della benzina si compone di tre parti: il prezzo netto del combustibile, che include anche il guadagno dei gestori della pompa, le accise e l’Iva.

In sostanza, ogni volta che acquistiamo un singolo litro di carburante siamo obbligati a pagare una notevole quota di tasse, di origine diversa tra cui anche le famose accise, ovvero una quota dovuta allo stato come imposta sui consumi.

Le accise pesano per più di un terzo e sono composte in buona parte da imposte di scopo, introdotte dai vari governi per raggiungere specifici obiettivi.

Ecco cosa paghiamo ogni volta che acquistiamo un litro di benzina. L’elenco completo delle 17 accise sui carburanti, a cui va aggiunta l’Iva al 22%.

0,000981 euro: finanziamento per la guerra d’Etiopia (1935-1936)
0,00723 euro: finanziamento della crisi di Suez (1956)
0,00516 euro: ricostruzione dopo il disastro del Vajont (1963)
0,00516 euro: ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze (1966)
0,00516 euro: ricostruzione dopo il terremoto del Belice (1968)
0,0511 euro: ricostruzione dopo il terremoto del Friuli (1976)
0,0387 euro: ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia (1980)
0,106 euro: finanziamento per la guerra del Libano (1983)
0,0114 euro: finanziamento per la missione in Bosnia (1996)
0,02 euro: rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri (2004)
0,005 euro: acquisto di autobus ecologici (2005)
0,0051 euro: terremoto dell’Aquila (2009)
da 0,0071 a 0,0055 euro: finanziamento alla cultura (2011)
0,04 euro: emergenza immigrati dopo la crisi libica (2011)
0,0089 euro: alluvione in Liguria e Toscana (2011)
0,082 euro (0,113 sul diesel): decreto “Salva Italia” (2011)
0,02 euro: terremoto in Emilia (2012)


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È allarme rosso sul diesel

È allarme rosso sul diesel

 In 5 mesi -20% in Europa

La guerra al diesel tout court e un "effetto calendario" (i giorni lavorativi in meno) hanno fatto sì che, a maggio, le vendite di auto in Europa siano state piuttosto fiacche: +0,6%, dato che porta il consuntivo da gennaio a segnare una crescita del 2,2%. "La demonizzazione dei motori diesel - sottolinea Gian Primo Quagliano (Centro studi Promotor) - porta al rinvio di sostituzioni ormai mature di auto con queste motorizzazioni; i tanti proprietari, infatti, continuano a prendere tempo allo scopo di valutare se acquistare ancora un veicolo a gasolio oppure orientarsi su altre alimentazioni". Gli "effetti annuncio", come nel caso della guerra al diesel, insieme alle incertezze politiche, da sempre sono i nemici peggiori di queste mercato.

Ecco allora la Germania registrare, in 5 mesi, un -21% nelle immatricolazioni di auto con questi motori, a fronte di un dato generale che ha visto il Paese scendere, in maggio, del 5,8%. Complessivamente, come ricorda l'Anfia, nei 5 maggiori mercati la domanda di vetture a gasolio è calata del 20%.

Male il diesel anche in Italia (-10,1% il mese scorso per questa alimentazione), rispetto a un mercato in retromarcia (-2,8%). Diesel giù anche in Francia (-16%).

Per questa tecnologia, dunque, è scattato l'allarme rosso: a prevalere, nonostante le notizie rassicuranti sulle unità di ultima generazione Euro6 con tutti gli step successivi, è un'informazione che mira a demolire tale alimentazione e che ha già costretto i costruttori a rivedere i piani strategici. C'è chi ha annunciato il rapido abbandono del diesel e chi - come Fca - la progressiva riduzione della produzione, con il risultato di riversare miliardi e miliardi di investimenti soprattutto nelle opzioni ibrido ed elettrico.

Per Fca, intanto, maggio ha visto le vendite stabili rispetto al 2017 (-0,2% dato dei 5 mesi negativo: -2,2%). Soffre il marchio Fiat (-11,1%) che in futuro sarà rappresentato solo dalle famiglie 500 e Panda, mentre Jeep consolida la leadership del gruppo (+101,3%); positiva anche Alfa Romeo (+12,2% a maggio). Con il vento in poppa è Psa Groupe (+57,8%), secondo costruttore europeo; ok anche i cugini francesi di Renault (+6,5%) e la galassia Volkswagen (+3,7%), con il marchio Seat, guidato dall'italiano Luca De Meo, in piena accelerazione: +25,3 per cento.

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sabato 9 giugno 2018

In Canada l’aria inquinata diventa benzina


Inquinamento

Una tecnologia per estrarre in modo economico l’anidride carbonica inquinante dall’atmosfera e trasformarla in carburante: l’ha inventata David Keith, professore di fisica all’università di Harvard e fondatore dell’azienda canadese Carbon Engineering. Permette di rimuovere il gas serra più diffuso a costi accessibili e può aiutare a ridurre il surriscaldamento globale, fino addirittura a invertire i cambiamenti climatici che costituiscono — secondo tutte le previsioni —la più grave minaccia ambientale dei prossimi anni, nonché uno dei fattori di instabilità geo-politica nel mondo. In un articolo pubblicato sulla rivista scientifica , Keith e i suoi collaboratori descrivono un processo che farebbe scendere i costi dell’estrazione dell’anidride carbonica da un minimo di 94 dollari a tonnellata a un massimo di 232, molto meno dei 600 dollari a tonnellata che era finora la spesa stimata dall’American Physical Society, l’associazione dei fisici americani.

inquinamento

L’equivalente di 250 mila auto

«Spero di mostrare che la nostra è una tecnologia industriale fattibile, non una sorta di rimedio magico — ha detto Keith — ma qualcosa che possiamo realizzare». La Carbon Engineering, che ha sede in Canada, impiega una quarantina di persone ed è finanziata anche da Bill Gates, ha sperimentato per anni il procedimento nell’impianto pilota di Squamish, nella Columbia Britannica, dove processa circa una tonnellata di anidride carbonica al giorno. E sta cercando i fondi per costruire entro il 2021 una centrale su scala industriale che permetterebbe di produrre carburante a un dollaro al litro, meno di un euro al litro. Costerebbe centinaia di milioni di dollari e potrebbe catturare un milione di tonnellate di CO2 all’anno, cioè l’equivalente delle emissioni di 250 mila auto.

Aria, acqua ed energia verde

Per fabbricare il carburante mangia-gas serra la Carbon Engineering usa solo aria, acqua e energie rinnovabili. La tecnologia applicata, per quanto molto complessa, si basa su quella già impiegata in altri processi industriali, come per esempio la produzione di carta. L’anidride carbonica viene fatta passare per una sorta di «torre di raffreddamento» in cui il gas viene esposto a liquido alcalino: «L’anidride carbonica è un acido debole — ha spiegato Keith a The Atlantic — e quindi si lega alla base». Ne fuoriesce una soluzione di carbonato che viene lavorato chimicamente in modo da estrarre la Co2 in forma fluida: («È quello che fanno praticamente tutte le cartiere al mondo» dice Keith). E infine l’anidride carbonica viene miscelata con l’idrogeno — un procedimento chimico usato in molte raffinerie — per produrre carburante: benzina, diesel e cherosene per gli aerei.

Carburanti «neutri»

In questo modo si ottengono idrocarburi «CO2 neutri», che cioè non immettono nuova anidride carbonica nell’atmosfera ma si limitano a trasformare quella già esistente. Secondo le Nazioni Unite, per rispettare gli accordi di Parigi sul clima del 2015, potrebbe essere necessario rimuovere CO2 dall’atmosfera già entro questo secolo: la tecnologia della Carbona Engineering potrebbe essere usata anche a tale scopo (basta evitare la trasformazione finale del gas in carburante). Ma per l’azienda non sarebbe conveniente: «Il nostro obiettivo immediato è produrre idrocarburi CO2 neutri — ha affermato Keith —. Lo vediamo come un modo per creare trasporti che non aggiungono anidride carbonica all’aria». Oggi c’è già un’azienda, la svizzera Climeworks, che estrae anidride carbonica dall’aria e la vende come fertilizzante per le serre. I suoi costi di produzione però sono molto più alti (600 dollari a tonnellata appunto). L’invenzione canadese, molto più conveniente, potrebbe ora costituire una svolta nella lotta all’inquinamento e ai cambiamenti climatici.



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