I ghiacci artici fondono
gli orsi polari devono nuotare più a lungo
e i cuccioli annegano
Gli orsi polari sono nuotatori nati, ma a causa dei cambiamento climatici nell’Artico c’è sempre meno ghiaccio, e devono nuotare sempre più a lungo per raggiungere la solida banchisa sulla quale danno la caccia alle foche.
I cuccioli spesso non ce la fanno. Su 11 madri tenute sotto controllo attraverso il radiocollare e il Gps, 5 hanno perso i cuccioli mentre percorrevano lunghi tratti a nuoto con loro. E un esemplare ha nuotato ininterrottamente per la bellezza di 690 chilometri: la distanza fra Roma e Torino.
Sono i risultati di uno studio condotto dal Wwf e dal Servizio geologico degli Stati Uniti.
Il quadro di fondo è noto. Negli ultimi 10 anni i ghiacci artici si sono sensibilmente ridotti rispetto all’estensione che raggiungevano nel periodo 2000-1979 (quando sono iniziate le misurazioni satellitari); nelle ultime estati il ghiaccio ha coperto un’estensione solo di poco superiore a quelle del 2007, l’anno della fusione record, e questo luglio 2011, per inciso, segna il minimo storico per il mese.
Fra il 2004 e il 2009, i ricercatori hanno seguito col radiocollare 68 orse, misurandone gli spostamenti a nuoto superiori ai 50 chilometri consecutivi. Ai maschi è impossibile applicare il radiocollare, dal momento che hanno il muso più piccolo rispetto ai muscoli del collo.
Venti delle 68 orse hanno dovuto affrontare, complessivamente, 50 lunghi tragitti a nuoto, rimanendo in acqua anche fino a 12 giorni consecutivi, per andare da una zona con ghiaccio debole a una con ghiaccio solido, o alla terraferma. Col passare degli anni, la lunghezza dei tratti coperti a nuoto è aumentata.
Gli orsi polari nuotano bene: ma nuotare è per loro più faticoso che spostarsi sulla terraferma. Non hanno narici in grado di chiudersi ermeticamente: quando il mare è grosso rischiano di inspirare acqua. Vale soprattutto per i cuccioli, meno robusti e che in più vanno facilmente incontro all’ipotermia.
Delle 20 orse nuotatrici, 11 avevano con sè i cuccioli. Cinque orse li hanno persi durante le traversate: dunque il 45% dei piccoli non è sopravvissuto ai lunghi tratti in mare. Di contro, è morto solo il 18% dei cuccioli che non sono stati obbligati ad affrontare lunghi tratti a nuoto.
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