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lunedì 19 luglio 2010

Marea nera, individuata nuova perdita ...

Marea nera, individuata nuova perdita: tensioni tra governo e Bp

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Dal monitoraggio del sistema di filtri adottato dalla British petroleum per far fronte alla fuga di petrolio nel Golfo del Messico, è stata riscontrata una nuova perdita. La segnalazione è dell’ammiraglio Thad Allen, a capo del team costituito dal presidente americano Barack Obama per rispondere all’emergenza, che ha chiesto alla compagnia di verificare l’esistenza di eventuali altre falle e notificarlo subito al governo. “Quando vengono individuate falle, siete tenuti ad indagare in modo tempestivo e riferire le scoperte al governo in meno di quattro ore”, ha scritto Allen in una lettera indirizzata al capo delle operazioni della Bp, Bob Dudley. Già ieri sera, Mark Salt, portavoce della compagnia, aveva però riferito di non avere nessuna informazione in merito alla falla menzionata nella lettera dell’ammiraglio.

Solo fino a poche ore fa, la British petroleum si era detta ottimista sul funzionamento del dispositivo, con il quale era stato possibile sigillare la perdita. Ma la lettera di Allen, in cui si segnalano una serie di anomalie, ha raffreddato gli entusiasmi e innescato nuove tensioni con l’amministrazione americana. Da quattro giorni, la compagnia petrolifera realizza test di pressione per verificare il funzionamento del sistema. Ma il team nominato da Obama ha rilevato dei livelli di pressione inferiori al previsto, pretendendo spiegazioni.



Un'altra fuoriuscita di petrolio sarebbe iniziata nell'area del pozzo Macondo, nel Golfo del Messico, che era appena stato tappato. Il governo americano ha infatti individuato nuove perdite di petrolio e metano e ha ordinato a Bp di fornire al più presto un piano per la riapertura delle valvole, nel caso in cui il fenomeno dovesse essere confermato. E l'ex ammiraglio Thad Allen, ha infatti inviato una richiesta al responsabile di Bp, Bob Dudley, in cui lo ha invitato a stilare, con urgenza, "una procedura scritta per riaprire il pozzo appena sigillato nel caso in cui la perdita di idrocarburi sarà confermata".

Proprio la lettera è un segno veritiero di tensioni sotterranee tra il Governo federale e Bp. Il colosso del greggio, da un lato, vorrebbe continuare a tenere chiuso il pozzo con il tappo, installato tre giorni fa, almeno fino all'attivazione di un altro pozzo alternativo che andrebbe, a detta loro, a risolvere definitivamente la perdita della marea nera.

Nello scritto a Bp, Allen ha riferito anche di "anomalie inspiegate alla bocca del pozzo". E l'indicazione degli scienziati del Governo complicherebbe i colloqui fissati nella giornata di domani, a Washington, tra il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e il Premier britannico, David Cameron, alla sua prima visita ufficiale nella capitale Usa, da quando si è insediato a Downing Street.

Il "piano originario" prevedeva infatti che Bp continuasse a risucchiare il petrolio dal fondo del mare dopo il completamento dei test sulla struttura di contenimento sulla pressione. Ma Doug Suttles, il Chief Operating Officer, aveva auspicato, ieri, di poter tenere il pozzo tappato.

E proprio nella giornata appena trascorsa Allen aveva espresso alcune perplessità in merito e, nel corso di una conferenza stampa, aveva esordito, dicendo: "Bisogna capire bene il perché dei valori di pressione più bassi del previsto". In tale occasione avrebbe quindi suggerito due ulteriori ipotesi: il pozzo risulterebbe in esaurimento, come sostiene Bp, oppure che ci sarebbero potenziali fughe, non ancora individuate, dovute a danni nella struttura.

Una vera e propria "tragedia", dunque, che potrebbe arrecare "danni irreparabili" se il petrolio dovesse cominciare "a tracimare da molti punti del fondo marino". E il timore del Governo Usa è proprio quello che il tappo possa spingere il petrolio a defluire da altri punti se la struttura del pozzo si rivelerà fragile.

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