I rifiuti forse non sono proprio totalmente da buttare: c'è chi ha trovato ottime idee innovative per il loro riutilizzo.
Il recuperare e il non sprecare stanno ormai diventando delle positive abitudini facenti parte del nostro stile di vita. All’interno delle scuole, presso diverse associazioni, nei quartieri delle città, sempre più sovente la gente partecipa ad una nuova rivoluzione all’insegna del rispetto dell’ambiente, in cui tutti siamo attivi e partecipi per cercare di usare al meglio le risorse che sono a nostra disposizione, a non sprecare e ad insegnare agli altri ciò che di meglio abbiamo appreso.
In questa filosofia e in questo contesto, ecco allora delle informazioni di come stanno riutilizzando intelligentemente alcuni scarti alimentari, contribuendo in questo modo ad abbattere la mole di rifiuti che esce ogni giorno dalle nostre case. Di seguito esempi di reali sperimentazioni in questo settore e i risultati a vantaggio dell’ambiente.
In questa filosofia e in questo contesto, ecco allora delle informazioni di come stanno riutilizzando intelligentemente alcuni scarti alimentari, contribuendo in questo modo ad abbattere la mole di rifiuti che esce ogni giorno dalle nostre case. Di seguito esempi di reali sperimentazioni in questo settore e i risultati a vantaggio dell’ambiente.
Direste mai che dalle mele, o meglio dai loro scarti, la buccia ad esempio, si potrebbe ricavare della carta? Voi magari no, ma Alberto Volcan, un ingegnere altoatesino, ha trovato in tale soluzione un modo furbo di riutilizzo. Volcan ha brevettato un particolare sistema, il quale parte dagli scarti industriali di mele e li trasforma in carta o pelle ecologica, la carta mela!
L’idea è partita dalla raccolta dei succhi di frutta, quest’ultimi sono in realtà rifiuti speciali e, come tali, andrebbero trattati in un certo modo, tra le altre cose molto oneroso per l’azienda. I succhi di scarto vengono invece trattati, essiccati, a questo punto si ha una sorta di pseudo-farina bianca, ricchissima di cellulosa, e da questa capite bene che il passo verso la carta è molto breve!
L’Italia è uno dei paesi maggiori produttori di pomodori a livello mondiale, da qui l’idea di sfruttarli in tutti i modi, non mi riferisco alle mille e gustose ricette, ma, partendo da alcune loro caratteristiche, essi possono dare origine alle famose bioplastiche, uno dei tanti modi green per combattere l’inquinamento.
Si producono insomma delle plastiche ecologiche, costituite da polimeri naturali di tipo biodegradabile, partendo proprio dai pomodori, o meglio dai loro scarti industriali, bucce e semi che alla fine del processo sono quintali, anzi tonnellate. Perché buttarli via, oltretutto spendendo molti soldi per il loro smaltimento? Meglio trasformarli in questo modo molto interessante.
Si producono insomma delle plastiche ecologiche, costituite da polimeri naturali di tipo biodegradabile, partendo proprio dai pomodori, o meglio dai loro scarti industriali, bucce e semi che alla fine del processo sono quintali, anzi tonnellate. Perché buttarli via, oltretutto spendendo molti soldi per il loro smaltimento? Meglio trasformarli in questo modo molto interessante.
Che dire poi di una soluzione che arriva dall’Inghilterra? Qui si ricicla il cioccolato, cioè gli scarti della sua lavorazione, per ricavarne un combustibile ecologico, alternativo, a basso impatto ambientale e addirittura a basso costo.
-Pensate che, a dimostrazione della fattibilità di questo progetto, un giornalista e un amante di motori sono partiti dal Regno Unito e hanno raggiunto Mali, passando dal deserto del Sahara, per un totale di più di 7000 km di percorso, non esattamente semplice. Tutto ciò utilizzando una vettura alimentata da questo combustibile, al “sapore” di 80.000 tavolette di ex cioccolato, trasformato in ruggente carburante.
-Pensate che, a dimostrazione della fattibilità di questo progetto, un giornalista e un amante di motori sono partiti dal Regno Unito e hanno raggiunto Mali, passando dal deserto del Sahara, per un totale di più di 7000 km di percorso, non esattamente semplice. Tutto ciò utilizzando una vettura alimentata da questo combustibile, al “sapore” di 80.000 tavolette di ex cioccolato, trasformato in ruggente carburante.
E ora concludiamo con il caffè, che certo non poteva mancare direte voi. Già, ma stando in questo ambito ecco una bella idea e uno studio tutti italiani, esattamente di Roma: presso l’Università La Sapienza si è studiato il modo di riciclare i fondi del caffè.Attenzione perché qui non si tratta di rifiuti industriali, ma assolutamente domestici, da cui, dopo particolari lavorazioni, si ricavano i polifenoli, che, avendo un ottimo potere calorifero, sono paragonabili a del buonissimo legno, per dare calore tramite pellet e caldaie varie. Quindi non solo perfetti per le piante del vostro giardino!
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