Cancun Mexico COP 16 Non c'è un pianeta B
La parola “Equilibrio” è il termine più utilizzato nel palazzo che ospiterà fino all'11 dicembre la sedicesima conferenza delle parti sul cambiamento climatico. Un anno dopo il fallimento del vertice di Copenhagen, i negoziatori sembrano voler tenere un profilo basso per evitare di screditare l'istituzione nata per la concertazione di soluzioni a livello globale del riscaldamento globale. Invece anche nel giorno dell'inaugurazione del Cop16 sembra che la ricerca di un accordo vincolante sarà rimandata al vertice del prossimo anno a Johannesburg.
Ma se da un lato i grandi della Terra prendono tempo e antepongono gli interessi economici a quelli ambientali, dall'altro lato della barricata c'è chi non puo' più permettersi di aspettare.
Sono i tanti campesinos e allevatori che stanno patendo ne proprio piccolo gli effetti del riscaldamento globale.
Si sono ritrovati a Cochabamba in aprile per elaborare una proposta alternativa da portare al vertice di Cancun supportata dai governi della Bolivia e del Venezuela. Tra i punti più importanti vi è l'istituzione di un tribunale internazionale per i reati commessi contro l'ambiente, il riconoscimento dei diritti della “pachamama”, il contenimento dell'incremento della temperatura a un grado, la diminuzione delle emissioni del 50% entro il 2017 e lo stanziamento del 6% del Pil dei paesi industrializzati a favore di una cassa comune per la soluzione del problema ambientale. Proposte che verranno portate al vertice attraverso delle carovane per la giustizia climatica organizzate dall'internazionale contadina Via Campesina, dall'associazione delle vittime ambientali e dal sindacato degli elettricisti messicano. Il viaggio partirà da Città del Messico con una grande manifestazione nelle vie centrali fissata per questo pomeriggio e proseguirà attraversando i luoghi colpiti da disastri ambientali e minacciati da progetti industriali calati dall'alto.Da domani ci imbarcheremo su queste carovane provando a raccontare i volti e le storie dei partceipanti alle carovane. Saranno proprio loro i veri protagonisti della settimana del Cop16. Indios e agricoltori che ancora una volta andranno a protestare contro le false soluzioni proposte dai grandi della Terra perchè per loro non c'è alternativa: non esiste un Pianeta B.
Messico: manifestazione per la giustizia climatica
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Insieme a loro hanno marciato anche i sindacalisti dello Sme, il sindacato messicano degli elettricisti, uno dei più colpiti dai massicci licenziamenti di mano governativa. Decine di migliaia di lavoratori lasciati a casa dal giorno alla notte che chiedono ancora oggi giustizia. Ed è proprio nella sede del sindacato che questa mattina si è tenuto il social forum per la giustizia climatica che ha aperto le danze della protesta contro il Cop16. Sul palco dell'auditorium hanno parlato scienziati e attivisti intervallati dai continui slogan lanciati dalla platea.
"Il cambiamento climatico sta già facendo le sue vittime. E se parliamo di vulnerabilità, parliamo di povertà, perché è la povertà la chiave di lettura alla luce della quale bisogna leggere la vulnerabilità causata dal cambiamento climatico" sostiene Alejandro Nadal, economista messicano. La crisi è sistemica e quella climatica non è che un pezzo di un puzzle più ampio: rappresenta il fallimento del neoliberismo. La mercificazione dei beni comuni non è una soluzione ai problemi del pianeta. "Chiediamo sovranità alimentare - sostiene l'attivista basco Paul Nicholson - la soluzione deve partire da qui, dal diritto dei popoli di decidere cosa mangiare, e come produrlo". L'attenzione è ora concentrata sul controvertice di Cancun e sulle carovane climatiche partite questa mattina dalla capitale. In tre giorni i rappresentanti delle comunita' campesine e indigene attraverseranno i luoghi colpiti da disastri ambientali e minacciati dai grandi progetti voluti dalle multinazionali. Oggi sara' il turno di Puebla e Veracruz.
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