Una media, registrata negli ultimi 4-5 anni, di oltre cento incendi l'anno ai danni degli impianti di recupero dei rifiuti. Nel 2017 sono andati in fiamme ben 110 impianti, tra cui sette discariche, mentre nel 2018 sono già bruciati altri 27 impianti. Quasi il 50% delle indagini avviate dalle procure viene archiviato e solo per il 13% si avviano procedure di carattere penale.
E mappando gli incendi che hanno colpito gli impianti di recupero rifiuti, ad emergere è che il fenomeno interessa tutto il territorio nazionale, "segno che i tentacoli del crimine sui rifiuti è, purtroppo, diffuso capillarmente in tutto il Paese". E' quanto emerge dal dossier "Strategia criminale all'attacco degli impianti recupero rifiuti in tutta Italia" realizzato dai Verdi,
a cura di Angelo Bonelli e Claudia Mannino.
Per i due curatori del dossier, l'ennesimo rogo che ha colpito la ditta di recupero di imballaggi plastici vicino Torino "certifica l'esistenza di una strategia criminale senza precedenti sull'impiantistica di recupero dei rifiuti in tutta Italia. I numeri parlano chiaro".
Un evento che si aggiunge a una lunga lista di incendi che la Commissione Bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti ha analizzato in una relazione dettagliata approvata a inizio anno e secondo la quale a dicembre 2017 erano 261 i casi di incendi di impianti di trattamento rifiuti negli ultimi tre anni, di cui 124 nelle regioni del Nord, il 47,5% sul totale.
Anche per la Commissione Ecomafie, con questi numeri non si può più parlare di una sommatoria di singoli episodi, "ma di un fenomeno di dimensioni preoccupanti, specialmente se ne si confrontano modalità e caratteristiche". E se sono ancora tanti i nodi da sciogliere, quello è certo che esiste un’area 'grigia' di illeciti e mancato rispetto delle regole che si intreccia con un ciclo dei rifiuti che non funziona e che mostra carenze nella dotazione di impianti, soprattutto in alcune aree del Paese.
“Per tali ragioni - sottolineano Mannino e Bonelli - ribadiamo nuovamente con urgenza l’intervento della Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho per avviare una indagine su questi ripetuti incendi, estendendola anche alle amministrazioni pubbliche che conferiscono, con gara o con affidamento diretto, alle imprese i materiali provenienti dalla raccolta dei rifiuti urbani".
Per i Verdi è prioritario che le Procure e le Prefetture siano dotate di un database comune, affinché ogni indagine non sia a sé stante, e che diventi obbligatoria la videosorveglianza con videocamere termiche per risalire ai responsabili e prevenire la distruzione di impianti.
Finora, aggiungono, la risposta al fenomeno degli incendi agli impianti "è stata debole e sarà probabilmente inefficace. Ci auguriamo che il nuovo Parlamento e il futuro Governo prendano decisioni più incisive e significative su questo tema e più in generale
sulla tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini".
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