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lunedì 31 maggio 2010
Marea nera, fallisce operazione «Top kill»
si tenterà di aspirare il greggio.
New York Times: Bp conosceva i rischi
Marea nera, fallisce operazione «Top kill»
La Bp ha fatto sapere che l'ultima manovra per fermare la fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico è fallita
La marea nera che sta devastando il Golfo del Messico da cinque settimane è «forse la peggiore catastrofe ecologica che gli Stati Uniti abbiano mai affrontato». Lo ha detto Carol Browner, consigliere del presidente Obama per le questioni ambientali, intervistata dalla Nbc nel giorno in cui il tentativo denominato «top kill» per fermare la fuoriuscita di petrolio non ha funzionato ed è stato accantonato. La Bp ha quindi annunciato che tenterà un'altra opzione, chiamata «lower marine riser package» (Lmrp) per la quale occorreranno diversi giorni.
NUOVA OPZIONE - Il capo delle operazioni di Bp, Doug Suttles, ha reso noto che Top Kill è stato abbandonato dopo aver pompato da mercoledì 35 mila barili di fanghi nel pozzo danneggiato. Bp intende ora tagliare il tubo danneggiato all'altezza della supervalvola e di incappucciarla, poi collegare questo cappuccio a un nuovo tubo e attraverso questo tubo aspirare il grosso del petrolio e del gas fino alla nave di appoggio in superficie. Manovra però mai tentata a 1.500 metri di profondità. Infatti il presidente Obama si è già detto molto dubbioso sulla riuscita anche di questo tentativo. «Siamo molto delusi da questo annuncio», ha detto la contrammiraglio della Guardia Costiera Mary Landry in una conferenza stampa a Robert, in Louisiana. La Landry ha detto che il governo federale ha dato a Bp luce verde per il nuovo tentativo.
NEW YORK TIMES: BP SAPEVA DEI RISCHI - Il New York Times (Nyt) riporta però altri particolari inquietanti sull'affondamento della piattaforma Deepwater Horizon, che fanno sempre più ipotizzare lo scenario di «tragedia annunciata». Già molto tempo prima dell’esplosione, la Bp era a conoscenza di seri problemi e temeva fortemente per la sicurezza della piattaforma, riferisce oggi il Nyt citando documenti riservati del guppo petrolifero britannico. I problemi riguardavano in particolare il rivestimento del pozzo e il dispositivo messo a punto contro le esplosioni. Già un anno fa, gli ingegneri di Bp avevano manifestato perplessità sul rivestimento. In marzo c'erano state «difficoltà nell’attività di controllo del pozzo». Nonostante il rivestimento non rispondesse ad alcuni standard di sicurezza, rivela il quotidiano, Bp autorizzò l'utilizzo. Le carte fornite da Bp al Nyt la scorsa settimana avevano rivelato che i dirigenti del gruppo sapevano che il rivestimento utilizzato era l'opzione più rischiosa tra due.
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